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Tumore alla prostata: diagnosi e cure avanzate

Pubblicato il 13/03/2017 - Aggiornato il 23/01/2023

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

Il tumore della prostata è il tumore più frequente nell’uomo ma si può guarire. La prevenzione, a partire dai 40 anni, è indispensabile.

Dott. Andrea Cestari

Direttore U.O. Urologia e Andrologia - Auxologico Capitanio

Direttore Centro Urotecnologie

Direttore Centro Incontinenza Femminile

Che cos'è il tumore alla prostata?

Con 44.000 casi all’anno soltanto in Italia, il tumore della prostata è il tumore più frequente nell’uomo: un uomo su 15, dopo i 40 anni sviluppa questo tipo di tumore. Se trattato correttamente però, dal tumore alla prostata si può guarire: sotto questo aspetto è fondamentale la diagnosi precoce.

Il tipo di tumore della prostata più frequente è l’adenocarcinoma prostatico che sorge a livello della zona periferica della prostata: si tratta di un tumore che nella sua fase iniziale è pressoché asintomatico e che quando presenta i primi sintomi è già in fase avanzata.
Spesso viene diagnosticato durante programmi di screening oppure durante la visita del paziente con disturbi legati a ipertrofia prostatica (perlopiù anziani) anche se non c’è associazione tra prostata ingrandita e tumore. Proprio per la totale asintomaticità nelle fasi iniziali, è fondamentale uno screening che porti ad una diagnosi precoce della malattia.


Diagnostica: il PSA e il super PSA

Misurazione del PSA
La diagnostica del tumore della prostata storicamente si basava sulla misurazione dell’antigene prostatico specifico o PSA, un enzima che viene prodotto dalla prostata, attraverso una semplice analisi del sangue. Se questo enzima è presente nel sangue in quantità elevata, emerge il sospetto che sia presente un tumore prostatico: non esiste infatti un valore soglia definito, come per la glicemia nel diabete.

Se in passato l’esame consigliato era direttamente la biopsia, oggi esistono tecniche avanzate in grado di determinare se esistono effettivamente rischi che rendono indispensabile l’esecuzione della biopsia: il “super-PSA,” un esame del sangue che misura PSA e sottotipi di PSA, che combinati in una formula forniscono l’indice di salute prostatico o PHI.

Se dal super PSA risultano valori sospetti, si effettua una risonanza magnetica. In Auxologico è disponibile una RM 3Tesla, una risonanza magnetica di ultima generazione che garantisce una precisione ancora maggiore.

La tecnica fusion
Attraverso la tecnica fusion è inoltre possibile evidenziare aree sospette della prostata su cui eseguire biopsie mirate.
Fusion è una particolare tecnica che consente di sovrapporre le immagini ricavate dalla risonanza con l’immagine ecografica normalmente usata per fare biopsie prostatiche. In questo modo da un lato vengono individuate con precisione le aree sospette in senso oncologico grazie all’RM, riducendo così il rischio di biopsie superflue, dall’altro, grazie alla tecnica fusion, si ha un numero di falsi negativi molto più basso rispetto alle tecniche di biopsia tradizionale.


Quali sono i fattori di rischio del tumore alla prostata?

Come per la maggior parte delle tipologie di tumore, i fattori che possono favorire l’insorgere della patologia sono:

  • il fumo
  • l’alcool
  • stile di vita sedentario
  • eccessivo consumo di grassi.

Ruolo della genetica
Anche la componente genetica ha un ruolo importante: il tumore della prostata ha infatti una componente familiare legata all’ereditarietà.  I geni coinvolti possono presentare mutazioni che possono predisporre a tumori in età più giovanile e a biologia più aggressiva. Le  mutazioni per le quali, ad esempio, Angelina Jolie si è sottoposta al tanto discusso intervento preventivo per rimuovere il seno e le ovaie, le stesse che nel sesso maschile danno una predisposizione a sviluppare un tumore della prostata.

La correlazione tra queste mutazioni genetiche con il tumore della prostata non è ancora così marcata da giustificare interventi di prostatectomia preventiva, ma lo è abbastanza per iniziare a fare screening e check up precoce dei soggetti interessati già a 40 anni.

Servizio Urogenetica Auxologico
Auxologico è stato uno dei primi centri in Europa a offrire un Servizio di Urogenetica: pazienti con familiarità per questo tipo di patologie possono affidarsi al Servizio di Urogenetica proprio per scoprire se hanno un maggior rischio di sviluppare un tumore, in quanto portatori di mutazioni genetiche che possono favorirlo.


La prevenzione

Ci sono molte strategie per prevenire il rischio di sviluppare un tumore alla prostata, a partire dagli stili di vita.

Dieta mediterranea
La dieta mediterranea aiuta a prevenire il tumore della prostata: è infatti ricca di licopene, una sostanza antiossidante presente in molti vegetali, specialmente nei pomodori.

Attività fisica
Anche l’attività fisica è importante per la prevenzione del tumore prostatico - è sufficiente un’attività fisica moderata, ma quotidiana.

Attività sessuale
Infine, una regolare e frequente attività sessuale è un fattore protettivo: è dimostrato scientificamente che anche l’attività sessuale protegge dal tumore alla prostata.

Diagnosi precoce
La diagnosi precoce permette migliori tassi guarigione, quindi l’attività di prevenzione risulta determinante: già a partire dai 40 anni è consigliato fare un primo step (per esempio un PSA e una visita urologica).
Chi a 40 anni presenta un valore di PSA inferiore a 0,6 è 10 volte meno a rischio rispetto a chi ha valori superiori: si tratta di un dato importante, che permette di valutare meglio come procedere.
Un paziente che a 40 anni ha un valore di PSA di 1.5 - 2 è un soggetto del quale è opportuno valutare la familiarità per la patologia del tumore prostatico, e da tenere sotto controllo con un programma di screening più strutturato.


Quali sono le terapie esistenti?

Oggi l’opzione terapeutica con migliori risultati è ancora la chirurgia (prostatectomia radicale robotica).

Chirurgia mininvasiva
La chirurgia mininvasiva è una tecnica che ha rivoluzionato il modo di operare. Nasce dalla laparoscopia diagnostica, una pratica consolidata che consente di esaminare la cavità addominale introducendo un endoscopio attraverso un’incisione di circa 1 centimetro, ma si è sviluppata fino a diventare una tecnica operatoria a tutti gli effetti. L’endoscopio è l’occhio del chirurgo: le immagini vengono trasmesse a un monitor, cui il chirurgo fa esclusivo riferimento durante l’operazione.

Prostatectomia radicale robotica
Questo intervento invece consiste nell’asportazione totale della prostata effettuata, appunto, per via robotica. Le braccia del robot, dotate di strumenti miniaturizzati, riproducono il movimento del chirurgo alla consolle. Il robot consente una visione 3D del campo operatorio e gli strumenti hanno 7 gradi di movimento, cioè la stessa mobilità di una mano, ma sono miniaturizzati - quindi molto più precisi.  L’apparecchiatura è dotata di strumenti dedicati alla filtrazione del tremore fisiologico e permette una idissezione dei tessuti estremamente precisa, consentendo così di asportare la prostata senza danneggiare i tessuti circostanti, deputati alla continenza e sessualità.

La combinazione della chirurgia mininvasiva e della robotica presenta numerosi vantaggi, tra i quali un trauma chirurgico contenutominori rischi di infezioneminor dolore, degenza più rapida, e dunque un più veloce recupero della normalità della vita sociale e lavorativa da parte del paziente.


Alternative terapeutiche alla chirurgia

Cosa può fare chi non può o non desidera sottoporsi a un intervento chirurgico?
Premesso che l’opzione terapeutica che presenta migliori risultati è la chirurgia, esistono alternative terapeutiche alla chirurgia per i pazienti che non vogliono o non possono essere operati, per esempio per l’età o per la presenza di altre patologie:

Sorveglianza attiva
Discorso a parte va riservato alla sorveglianza attiva: grazie ai programmi di screening precoce, sempre più spesso il tumore della prostata viene diagnosticato in fase iniziale organo-confinata, con un basso volume tumorale. Ciò pone le basi per un eventuale programma di sorveglianza attiva.
La sorveglianza attiva si basa sul principio che alcuni dei tumori della prostata diagnosticati non evolveranno mai in forme di tipo metastatico: il paziente è tenuto sotto stretto controllo, in modo che se il tumore resta inerte non viene operato. Questo tipo di offerta è adatta alle persone più anziane. Bisogna però sapere che il tasso di mortalità dei malati sottoposti a sorveglianza attiva, a 10 anni è molto superiore alla stessa tipologia di paziente trattato con la chirurgia.
In questo momento i parametri universalmente utilizzati  per inclusione in questo programma non sono completamente adeguati, e la sorveglianza attiva può talvolta far tardare un trattamento terapeutico, dunque va valutata con molta attenzione.


Auxologico per il tumore alla prostata

In Auxologico è previsto un programma di preparazione del paziente che prevede una rieducazione del piano pelvico prima dell’intervento: è dimostrato che chi inizia questo tipo di percorso di rieducazione prima dell’operazione recupera più rapidamente continenza urinaria e sessualità - il cui deficit è un effetto collaterale dei trattamenti del tumore della prostata.
Inoltre, la procedura di Auxologico in sede operatoria ha due caratteristiche peculiari - praticamente uniche:

  1. l’esame istologico intraoperatorio della prostata: per verificare lo stato effettivo della malattia a operazione in corso. Ciò permette al chirurgo di modificare l’area di intervento a seconda delle indicazioni ricevute, riducendo così la probabilità che in seguito il paziente debba sottoporsi a radioterapia o ormonoterapia;
     
  2. la particolare tecnica di ricostruzione volta a ripristinare l’anatomia del paziente nel modo più simile a com’era prima dell’ intervento, associata a una valutazione urodinamica intraoperatoria, consente di ottenere oltre il 90% di pazienti completamente continenti a un mese dall’intervento (96% a sei mesi): un dato straordinario, se si considera che il periodo normale di recupero è molto più lungo e la percentuale più bassa.

Dopo l’operazione il paziente non viene lasciato solo: dispone di un percorso di riabilitazione, legato sia alla continenza che alla riabilitazione funzionale.

Auxologico - uno dei migliori centri per tumore alla prostata

L'Unità Operativa di Urologia di Auxologico offre un programma per il trattamento del tumore della prostata tra i più avanzati in Italia e in Europa, dalla diagnosi più accurata, alla preparazione all’intervento, alle tecniche chirurgiche più innovative.

E poi un attento follow up con rieducazione e riabilitazione.
Le peculiarità della chirurgia di Auxologico sono state oggetto di numerose presentazioni a congressi e pubblicazioni scientifiche, ricevendo riscontri eccellenti da parte della comunità scientifica.

I medici della UO di Urologia visitano in tutte le sedi in Lombardia e Piemonte. L'attività chirurgica viene svolta presso Auxologico Capitanio a Milano.

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