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Trattamento del laparocele

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Pubblicato il 07/03/2017 - Aggiornato il 25/01/2022

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

Prof. Giancarlo Roviaro

Senior Consultant presso la U.O. di Chirurgia Generale di Auxologico Capitanio.

Che cos'è il laparocele?

Il laparocele è una delle possibili complicanze di un intervento chirurgico. Si tratta di un’ernia che si sviluppa a livello della cicatrice chirurgica residua a un intervento: il termine laparocele deriva infatti dalle parole greche laparo, che significa addome, e kele, che significa appunto ernia. 

Il laparocele va nettamente distinto dalla diastasi dei muscoli retti, che si verifica senza che vi siano stati precedenti interventi chirurgici, e che non è altro che l’allargamento dello spazio che esiste tra il muscolo retto destro dell’addome e quello di sinistra. 

Le dimensioni dei laparoceli vanno dai 2-3 cm a oltre 10 cm: esistono anche le laparoceli cosiddetti “mostruosi” con completo sventramento della parete addominale.

Oggi, con il progredire dell’esperienza con la chirurgia mini-invasiva o laparoscopica, si riscontrano perlopiù piccoli laparoceli, soprattutto ombelicali, a livello delle incisioni attraverso le quali sono stati introdotti gli strumenti per eseguire l’intervento.

Il laparocele è una complicanza che si verifica a seguito di un intervento chirurgico, che può verificarsi dopo breve tempo o anche dopo molti anni.

Ogni intervento chirurgico si conclude con la chiusura dell’addome, mediante una serie di punti per ricostruire i piani dell’incisione chirurgica (peritoneo, fasce muscolari, sottocute e cute).

Quando il processo di guarigione della ferita non avviene in maniera regolare, si determinano aree di minore resistenza che, sottoposte alla pressione dei visceri contenuti nell’addome, o a seguito di sforzi fisici, si allargano permettendo progressivamente l’erniazione del contenuto addominale (anse intestinali o omento).


Quali sono le cause?

La principale causa del formarsi di una laparocele è l’infezione della ferita chirurgica: questo evento, oggi abbastanza raro, può determinare difetti di cicatrizzazione o aree di debolezza, che con il passare del tempo permettono la formazione di “buchi” nel contesto della cicatrice chirurgica.

Il laparocele è più frequente:

  • nelle persone anziane nelle quali i processi di cicatrizzazione sono più lenti o incompleti;
  • negli obesi e nei pazienti sovrappeso, nei quali è più difficile suturare i vari strati dell’addome (peritoneo, fasce muscolari, sottocute e cute);
  • nei pazienti bronchiti cronici, che hanno tosse insistente, che determina un aumento costante e progressivo della pressione addominale;
  • nei pazienti che abbiano subito plurimi interventi chirurgici sull’addome.

Quali sono i sintomi? 

Il laparocele, nelle sue fasi iniziali, non provoca alcuna sintomatologia.

Il paziente può notare unicamente un piccolo rigonfiamento a livello della cicatrice chirurgica, rigonfiamento che è morbido alla compressione ed aumenta sotto i colpi di tosse o sotto sforzi fisici.

Progressivamente il laparocele aumenta di dimensioni dal momento che la smagliatura tende ad allargarsi. Allorché compaiono i primi sintomi, questi possono essere molto vaghi come un modesto malessere a livello addominale che con il passare del tempo si associa anche a vero dolore addominale con sensazione di nausea.

Quali sono le complicanze?

Le complicanze di una laparocele sono le stesse di tutte le altre ernie: la presenza di un’ansa intestinale o del grasso omentario nel laparocele può provocare nausea e vomito.

Tuttavia, se i visceri erniati non rientrano nella loro sede naturale, cioè nel cavo peritoneale, si può verificare o una occlusione intestinale o una strizzatura del materiale in esso contenuto.

In questi casi il chirurgo, con opportune manovre manuali, è talora in grado di ridurre il tessuto contenuto nel laparocele: quando ciò non è possibile, occorre intervenire in urgenza.

Un’altra complicanza della laparocele è l’ulcerazione della pelle sovrastante. Questo evento si verifica con maggiore frequenza nei grandi laparoceli, presenti da molto tempo.

Come si diagnostica il laparocele?

La diagnosi di un laparocele è molto semplice: la semplice visita con esame dell’addome dimostra la presenza di una erniazione a livello della cicatrice chirurgica.

Gli esami strumentali (ecografia, TAC, RNM) servono unicamente a evidenziare le caratteristiche del laparocele e dei visceri in esso contenuti.


Quando è opportuno operare il laparocele?

Il trattamento di un laparocele è unicamente chirurgico.

Nei laparoceli che si verificano a breve distanza di tempo da un intervento chirurgico è opportuno attendere un certo periodo di tempo per verificare che le restanti parti della cicatrice siano perfettamente guarite e saldate per evitare di procedere alla riparazione del laparocele prima che si sia completato il processo di cicatrizzazione.

È opinione ormai comune che il laparocele deve essere trattato non appena questo viene diagnosticato: con il passare del tempo infatti aumenta di volume e possono insorgere complicanze come lo strozzamento: inoltre quanto maggiore e la sua dimensione tanto più complessa è la sua riparazione.

Chirurgia mininvasiva o laparoscopica

Negli ultimi anni il laparocele, sempre più frequentemente, viene trattato con la chirurgia mini invasiva o laparoscopica.

Mediante tre piccole incisioni vengono introdotte nell’addome le apparecchiature per effettuare l’intervento: la telecamera e gli strumenti chirurgici: Tutto l’intervento viene effettuato osservando le immagini che vengono trasmesse dalla telecamera sul monitor.

Dopo avere isolato il contenuto presente nel laparocele, e averlo ricollocato nella sua sede naturale, cioè l’addome, la breccia del laparocele viene riparata con una rete di materiale sintetico, compatibile con i visceri addominali.

Con questa chirurgia il dolore post operatorio è minimo ed il paziente può essere dimesso dopo solo uno o due giorni, e riprendere progressivamente le sue attività.

Tuttavia, esistono dei casi in cui le aderenze intraddominali, residuate all’intervento pregresso, sono molto dense e diffuse tali da rendere impossibile la riparazione del laparocele con chirurgia mini invasiva: in questi casi l’intervento potrà essere eseguito solo con tecnica chirurgica tradizionale.

Nei laparoceli di grandi dimensioni non è consigliabile eseguire l’intervento con chirurgia mini invasiva: in questi casi l’intervento consiste nella riapertura di tutta la cicatrice chirurgica, nell'isolamento dei bordi del laparocele e riduzione del suo contenuto nell’addome. La riparazione viene effettuata sempre con il posizionamento di una rete protesica che viene suturata ai bordi del laparocele per riparare la breccia.

L’intervento è più complesso e il decorso post operatorio è più lungo; così pure è più impegnativa la ripresa delle attività lavorative.

Queste ultime considerazioni motivano la scelta di operare il laparocele nelle sue fasi iniziali, quando è di piccole dimensioni.


Trattamento chirurgico del laparocele in Auxologico

Il trattamento chirurgico del laparocele, sia con tecnica mini invasiva che tradizionale, viene effettuato routinariamente in Auxologico.

La corretta selezione dei casi e soprattutto del tipo dell’intervento da eseguire sono la garanzia per i migliori risultati a distanza di tempo.

Presso Auxologico vengono pure effettuati tutti i controlli post operatori, a breve e a lungo termine.

L’attività clinica di Chirurgia Generale di Auxologico è rivolta alla diagnosi e al trattamento chirurgico per tutte le patologie di interesse chirurgico (dai tumori benigni e maligni del colon retto, tumori del fegato, del pancreas, del polmone e della tiroide, alla colecistiernia inguinale, emorroidi, ragadi e molte altre). 

I chirurghi utilizzano le tecniche chirurgiche più moderne e sicure, utilizzando sia procedure tradizionali sia tecniche mini-invasive che consentono di avere un minor trauma chirurgico e tempi di recupero più veloci per il paziente. 

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