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Fibrillazione Atriale recidiva, i risultati degli ultimi studi

Pubblicato il 14/11/2023 - Aggiornato il 29/11/2023

Dopo la cardioversione, la patologia si ripresenta nel 60% dei casi nei primi 12 mesi. Un nuovo lavoro collaborativo, a cui ha partecipato Auxologico, mette in luce il ruolo dell'atrio destro come predittore delle recidive di fibrillazione atriale.

La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia cardiaca sostenuta più comune negli adulti. Rappresenta una delle principali cause di mortalità e morbilità, correlata principalmente a eventi embolici, insufficienza cardiaca, morte cardiaca improvvisa e morte non cardiaca. La terapia di controllo del ritmo con cardioversione elettrica (ECV) o farmacologica è raccomandata per i soggetti sintomatici per migliorare la loro qualità di vita.

La recidiva della fibrillazione atriale

Tuttavia, la recidiva della fibrillazione atriale dopo cardioversione raggiunge il 60% nei primi 12 mesi. Fattori clinici quali età avanzata, sesso femminile, fibrillazione atriale persistente, fumo, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), malattia renale cronica, cardiopatia strutturale, insufficienza cardiaca e precedente cardioversione sono stati associati ad un aumento del rischio di recidiva di fibrillazione atriale dopo cardioversione elettrica elettiva. Perché si parla di "recidiva della fibrillazione atriale"? Perché anche dopo una cardioversione riuscita (grazie alla quale il ritmo cardiaco torna al normale ritmo sinusale) la fibrillazione atriale potrebbe ricomparire. Questo succede in oltre la metà dei pazienti durante il primo anno successivo alla procedura di cardioversione. Le probabilità che la fibrillazione atriale ricompaia dipendono da molti fattori, ma sono maggiori se si soffre di altri problemi cardiaci (compresa la pressione del sangue elevata) e se si soffre di fibrillazione atriale da più di 1 anno.


Lo studio

In un lavoro collaborativo a cui ha preso parte anche Auxologico, a firma del Dott. Michele Tomaselli del Centro di Imaging Cardiovascolare Integrato di Auxologico San Luca e pubblicato dal Journal of the American Society of Echocardiography, viene evidenziato il ruolo della funzione atriale destra nel predire le recidive a seguito di cardioversione/ablazione.

Nel passato grande rilievo si è sempre dato alla geometria e funzione dell'atrio sinistro. Al contrario, l'atrio destro è sempre stato considerato uno “spettatore innocente”. Il Dott. Tomaselli e gli altri autori del lavoro hanno dimostrato, utilizzando la tecnica dell'ecocardiografia speckle tracking (una tecnica per stimare in modo accurato la funzione miocardica), che la funzione dell'atrio destro è un predittore indipendente delle recidive di fibrillazione atriale dopo cardioversione/ablazione.

Particolarmente utile si è rivelato il confronto tra funzione atriale pre e post-cardioversione con ripristino del ritmo sinusale. I risultati del lavoro supportano la necessità di valutare le dimensioni e i parametri di deformazione di entrambi gli atri, per stratificare meglio il rischio di recidiva di fibrillazione atriale dopo ECV e per adattare la gestione della fibrillazione atriale alle caratteristiche del paziente.

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Il Centro Imaging Cardiovascolare Integrato

Per studiare il cuore e le patologie cardiache Auxologico mette a disposizione le più moderne e avanzate apparecchiature nel campo dell’ecocardiografia, della risonanza magnetica cardiaca e della tomografia computerizzata cardiaca e l’esperienza clinico-scientifica di un team multidisciplinare  di rilevanza scientifica internazionale.

La novità del Centro di Imaging Cardiovascolare Integrato di Auxologico, presente a Milano e Meda, è l'approccio personalizzato al paziente. Infatti, grazie all’utilizzo integrato di una o più delle tecniche di diagnosi per immagini sopra citate è possibile arrivare a un'accurata e precoce diagnosi del problema della singola persona, alla stratificazione prognostica e alla migliore individuazione del trattamento e del monitoraggio nel tempo. 

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